I prestiti linguistici italiani: il colore di venti regioni

Come scrive Serianni (2019), il lessico italiano potrebbe essere schematizzato in una piramide i cui strati sono costituiti da formazioni interne al sistema, da latinismi, da prestiti. Alla base della piramide c’è il fiorentino antico. Ma l’italiano presenta anche una serie di prestiti linguistici interni, cioè parole e frasi che provengono da uno dei tanti dialetti o, più spesso, dalle aree regionali esistenti nel nostro paese. Possiamo dire che il lessico italiano ha il colore di venti regioni.

Prestiti linguistici settentrionali

Tra i prestiti linguistici dal nord Italia, ricordiamo quelli popolari: besugo, gnucco, truzzo e zanzata. Il primo viene dalla Liguria e ha il significato di ‘persona sciocca’. È legato a un personaggio televisivo, il Gabibbo. Anche il secondo termine non ha una connotazione positiva e significa ‘persona stupida’. Truzzo, la cui versione meridionale è tamarro, indica un ‘cafone, rustico, bifolco’. Infine, zanzata significa ‘truffa’.

Colori centrali

Abbiocco, è un termine dell’Italia centrale, significa ‘sonnolenza improvvisa’. Mentre se dico a una ragazza ‘Sei una bonazza‘ significa che apprezzo la sua avvenenza fisica anche se il termine ha una connotazione non positiva. Con il termine cravattaro intendo ‘usuraio’. Mentre mappazza è ‘cibo indigesto’. In alcune situazioni è anche possibile sbroccare che significa ‘perdere la testa’. E se prendo una tranvata, posso farmi male perché significa ‘sbattere la faccia contro qualcosa’.

Parole dal sud

È possibile che qualcuno ti tiri un cazziatone, se hai fatto qualcosa di sbagliato. Il termine significa ‘rimprovero severo’. Più interessante anche dal punto di vista del suono è inciucio. Viene dal napoletano e significa ‘accordo sottobanco, compromesso tra persone o gruppi concorrenti’. Infine, la versione meridionale truzzo, come abbiamo detto prima, è tamarro.

Vuoi saperne di più sui prestiti dalle venti regioni italiane? Seguici sul nostro blog o/e leggi questo capitolo super interessante di Paolo Trifone sul contributo dei dialetti al vocabolario dell’italiano contemporaneo.

E nelle tua lingua ci sono parole che si usano comunemente ma che provengono dai dialetti? Quali sono? Faccele conoscere!

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